Archivi del mese: marzo 2013

Quando e perchè preferire un trattamento ayurvedico o di medicina naturale e quando preferire un trattamento chimico allopatico

RIASSUNTO E PAROLE CHIAVE:

Di fronte a un paziente un medico deve occuparsi sia delle sue eventuali patologie e dei sintomi, sia del mantenimento della sua fisiologia individuale perché ove c’è fisiologia efficace più difficilmente  attecchisce la  patologia.

In caso di malattie invalidanti o pericolose, l’attenzione del medico sarà ,come è ovvio,maggiormente attratta dalla terapia “anti-malattia”, che spesso viene fatta con sostanze chimiche allopatiche ( allo = anti ).

In caso di disfunzioni che, benché spesso fastidiose e ripetitive, non siano da considerare un aggressione pericolosa per il paziente,la terapia dovrebbe invece,secondo me, essere condotta con l’utilizzo di sostanze naturali e suggerendo una corretta routine igienico sanitaria che sia “armonica a esigenze naturali”, nello scopo di sostenere la fisiologia che è appunto qualcosa di naturale. La fisiologia naturale infatti può esprimersi adeguatamente ,e con poco sforzo, solo quando l’organismo “viva” entro certi limiti che sono individuati sia dal buon senso sia anche dalla biochimica .Questo concetto, per quanto banale, è spesso dimenticato nella pratica clinica…vedi ,per esempio,dosaggi del grado di acidità ( PH dei tessuti) e dell’equilibrio di ossido-riduzione(grado di stress ossidativo) entro i quali limiti ,ogni reazione corporea deve venire a trovarsi per essere compatibile a spese energetiche contenute e quindi alla salute e alla vita.Quindi, una volta ripristinati tali equilibri biochimici ,in caso di disturbi funzionali,la fisiologia dell’organismo provvederà naturalmente ad eliminare i sintomi e a indurre un effetto preventivo che il metodo allopatico ,che aggredisce solo la malattia senza sostenere la fisiologia,  troppo spesso non raggiunge.

TRATTAZIONE:

Considerazioni semplici e pratiche a proposito della UTILITA’ DELLA PRESCRIZIONE di rimedi Ayurvedici e della “routine” Ayurvedica, nella quotidiana clinica ambulatoriale medica.

————————————————————————————–

INTRODUZIONE:

Premesso che per portare a termine un atto medico, le metodologie  di terapia possono essere di vario tipo, questo articolo si propone di fornire informazioni semplici a proposito di ciò che è un atto medico in medicina allopatica o “medicina degli opposti” e di ciò che è un atto medico in medicina naturale o naturopatia (la medicina Ayurvedica è la più antica nelle medicine naturali).

E’ ovvio che ogni atto medico, sia che si tratti di allopatia sia che si tratti di medicina naturale, tenti di porre correttivi che volgano il più possibile a trattare la CAUSA DI MALATTIA. Non sempre questo risulta possibile, e, spesso le strategie terapeutiche possono o devono essere di vario tipo pur nell’intenzione di essere fra loro sinergiche.

La medicina definita allopatica, cioè la medicina dei contrari, nella pratica medica quotidiana, utilizza rimedi che hanno un effetto contrario alla malattia che si vuole trattare. I rimedi allopatici, spesso (non sempre) sono farmaci chimici, che, come tali, possono portare ad effetti collaterali, e che, conseguentemente, sarà compito del medico, cercare di contenere alla dose minima-efficace rispetto al paziente.

Va ricordato che non è sempre detto che la “medicina cosiddetta o conosciuta come medicina ufficiale” debba per forza utilizzare farmaci chimici, per fare terapia.

Ad esempio, per tutto ciò che concerne l’igiene personale e sociale si utilizzano tutta una serie di indicazioni nelle quali non si parla di farmaci, ma di routine e abitudini di vita… allo stesso modo in dietologia, si parlerà di routine alimentare… in fisiatria e in posturologia di esercizi fisici di correzione osteomuscolare e\o neuromotoria… in psicologia di recupero di una dimensione esistenziale di maggior livello di coscienza…

La medicina naturale utilizza farmaci, ovviamente “naturali” che possono essere di varia, diversa natura, che qui elenco brevemente:

–      Farmaci omeopatici o “farmaci simili alla malattia” (“omeo-”) che necessitano di una trattazione a parte e che qui non considereremo.

–      Farmaci erboristici o comunque naturali nel senso che sono tratti da lavorazioni di prodotti naturali ( piante e minerali).Molti di questi farmaci sono registrati al Ministero della Sanità come “complementi alimentari”.

–      Farmaci allopatici naturali, nel senso che sono rimedi ad efficacia contraria alla malattia (“allo-”), ma ottenuti non dalla chimica ma da lavorazioni di prodotti naturali.

La medicina Ayurvedica è una medicina naturale millenaria che ha in sé tutte le modalità di approccio di terapia sopra elencate, sia allopatiche sia omeopatiche, sia erboristiche,sia di igiene personale. Per questo è assolutamente ARTIFICIALE LA CONTRAPPOSIZIONE FRA MEDICINA AYURVEDICA E MEDICINA ALLOPATICA “MODERNA”. Semmai, va detto che alcuni aspetti concettuali della medicina Ayurvedica sono maggiormente sottolineati\considerati  rispetto ad altre scuole di medicina e viceversa.

Per esempio tutti i concetti relativi ai consigli di igiene personale atti a recuperare un buon equilibrio in sé stessi e con l’ambiente, chiamati “routine Ayurvedica” sono in questa medicina molto più enfatizzati che in medicina “ufficiale\ moderna” che, per convenzione, noi chiameremo medicina allopatica, con relativa imprecisione.

Il contenuto di queste poche righe potrà sembrare a tratti banale per alcuni, ma, nella misura in cui è anche spesso dimenticato o addirittura sconosciuto o male riferito agli utenti, vale la pena di essere sottolineato.

Concludo l’introduzione dicendo che per motivi essenzialmente pratici, i CRITERI CHE INDIVIDUANO LA SCELTA  di utilizzare la medicina allopatica chimica o la medicina naturale POSSONO ESSERE SOSTANZIALMENTE I SEGUENTI:

– ogni volta che fossimo di fronte a una malattia preoccupante per la sua gravità o pericolosità è conveniente usare la MEDICINA ALLOPATICA che è adatta a BLOCCARE LA MALATTIA cercando di nuocere meno possibile alla fisiologia o funzionamento dell’organismo,seguendo le “linee guida”.

– ogni volta che, a giudizio del medico, la malattia fosse non necessariamente preoccupante in termini di pericolosità, e nella misura in cui la medicina naturale prende in cura la fisiologia del soggetto e non solo la malattia della persona, quindi  in un indispensabile ASPETTO SIA CURATIVO CHE PREVENTIVO, allora sarà da scegliere la MEDICINA NATURALE o in prima istanza o in associazione alla terapia allopatica.

Va ricordato che l’efficacia di queste medicine naturali Ayurvediche, modernamente, risulta essere confermata anche sotto il profilo scientifico, quando registrate presso il ministero della sanità in qualità di integratori alimentari. L’utilizzo di questi integratori può dare vantaggi che, nei diversi casi che si presentano negli ambulatori medici, possono risultare utili o necessari per una pratica medica moderna e di buon senso, a sostegno della fisiologia appunto.

———————————————————————————–

ALCUNE INFORMAZIONI A PROPOSITO DI AYURVEDA RISPETTO LE PROBLEMATICHE ATTUALI IN TERAPIA MEDICA

Uno dei problemi che quotidianamente si presenta negli ambulatori medici è il livello di intossicazione della fisiologia dei pazienti.Questa intossicazione può essere studiata con gli “esami ambulatoriali di routine”solo quando raggiunge un certo livello che manifesti alterazioni che,di volta in volta possono riguardare vari organi,tessuti ed apparati….fegato,reni,sangue,pancreas…e per questo successivamente viene trattata nei modi conosciuti.

Esistono però stati che possiamo definire tossici o “pretossici” che sono comunque responsabili di sintomatologia funzionale o responsabili di scarsa risposta ai trattamenti che così tendono ad essere ripetuti come :

-cattiva digestione-assimilazione e\o intolleranza alimentare scarsamente rilevata dai pazienti fino a franche allergie

-astenia,insonnia,sintomi e disturbi “neurovegetativi”

-contratture muscolari,dolore osteomuscolare,crampi,ipotonia muscolare

-…altro…

Per valutare quest’ultimo livello di intossicazione possono essere utili benchè non sempre esaustivi per un inquadramento eziologico univoco del problema,test che raramente entrano nella pratica clinica come ,fra i tanti,i più indicativi sono il dosaggio dello stress ossidativo e del PH (vedi anche altro articolo in questo sito e in molti altri).

Questa intossicazione, è spesso cronica e spesso non riconosciuta dal paziente, e va considerata  concausa o causa di malattia. Questo accumulo di tossine “biochimiche” oltre a indurre il paziente a recarsi dal medico in ragione della sintomatologia, può rendere difficoltosa la terapia chimica prescritta per complicazioni insorgenti nella tolleranza dei farmaci (ad esempio in ragione di intolleranze o allergie ai farmaci chimici che sono sempre più frequenti).

Quando si parla di queste intossicazioni ci si riferisce principalmente alle intossicazioni da radicali liberi o sostanze ossidanti introdotte dall’esterno o prodotte dal paziente in corso di “stress”. In una trattazione successiva avrò cura di spiegare con maggiori dettagli la natura del rapporto fra intossicazione da radicali liberi e stress.

A questo proposito è da sottolineare e considerare la possibilità di riequilibrare la fisiologia e di ridurre l’iperproduzione di radicali liberi ossidanti (quindi di ridurre l’intossicazione che porta a effetti collaterali appunto) con la prescrizione di rimedi Ayurvedici o naturali che abbiano valenza antiossidante,e con la prescrizione di una corretta routine quotidiana, intesa come routine alimentare e come stile di vita. In altre parole, in certi casi, è proprio una terapia disintossicante “con rimedi naturali”, a rendere possibile la continuazione di una terapia chimica ritenuta indispensabile, appunto minimizzandone gli effetti collaterali che sono dovuti anche a “sostanze indigerite o tossine”.

Questa possibilità,secondo me, se acquisita come pratica ambulatoriale, consentirebbe di venire a capo di un numero consistente di problemi di salute conseguenti sia a “disturbi funzionali”, sia ad effetti collaterali di eventuali farmaci chimici che a volte siamo costretti a prescrivere per curare (non potendo guarire) certe malattie croniche.

Come suddetto sono frequenti le situazioni, nella pratica clinica quotidiana, di “stress ossidativo da radicali liberi”, e,rispetto a ciò, mi sembra utile o necessario mettere in relazione questo problema ossidativo con ciò che si intende per “invecchiamento precoce”  e,contemporaneamente,con le valutazioni a proposito di sintomi o patologie,rispetto i concetti di rendimento-risposta della fisiologia e della conseguente qualità della vita (si rimanda a successivo articolo per specificazioni a proposito).

In termini pratici benchè forse troppo esemplificati, a proposito di “qualità della vita”, di cura della persona e della sua fisiologia sono da considerare ad esempio :

– rendimento e sensazione di fatica

– efficacia di risposta immunitaria

– equilibrio della risposta infiammatoria che condiziona il livello di dolore percepito

– qualità del sonno e squilibrio neurovegetativo

– livello di nevrosi più o meno percepito

 

La medicina Ayurvedica è in grado di dare una risposta a molti di questi problemi che fanno parte della quotidianità, e che se non risolti in modo naturale possono complicare la vita del paziente,diventando nel tempo quadri clinici conclamati,secondo la mia personale esperienza.

Conseguentemente è utile riprendere un concetto sopra accennato. C’è da fare una importante distinzione concettuale fra ciò che va inteso come CURA DELLA MALATTIA da ciò che va inteso come CURA DELLA PERSONA E DELLA SUA FISIOLOGIA che sono due metodologie diverse, entrambe necessarie.

La cura della malattia va fatta con rimedi “anti-malattia”, tanto più incisivi quanto più grave e pericolosa è la malattia in corso; in questi casi si usano spesso farmaci chimici allopatici (allo= contrari alla malattia), che devono stoppare il decorso della malattia grave anche a prezzo di eventuali effetti collaterali.

La cura della persona e della sua fisiologia, invece, sarà condotta con farmaci naturali nella misura in cui una dis-funzione della fisiologia potrà correggersi solo con il rilancio della fisiologia stessa effettuata con rimedi naturali a lei simili, appunto quando non ci troviamo di fronte a disturbi pericolosi ma comunque patologici .

Per altro, concluderei ripetendo che spesso nella pratica clinica è possibile associare le due tipologie di rimedi suddette: allopatici-chimici e Ayurvedici-naturali, sempre che l’interesse del medico sia volto a entrambe le metodologie di cura.

Un altro importante argomento che dovrebbe essere trattato in Ayurveda ( ma non solo in Ayurveda ovviamente), è quello che parla del miglioramento della responsabilità personale e di autogestione del paziente correttamente informato.I vantaggi della ADEGUATA INFORMAZIONE e della AUTOREFERENZIALITA’, intesa in senso corretto nel paziente, portano a risultati che a volte possono essere considerati capacità di AUTOGUARIGIONE della FISIOLOGIA in soggetti che migliorano il loro livello di COSCENZA prima  in sè stessi e poi rispetto la malattia….personalmente considero questo il vero motivo per il quale vige in medicina il consenso informato,che non è,o non dovrebbe essere, solo una questione burocratico-legale.. E’ anche intuitivo desumere che quando la fisiologia viene ripristinata da situazioni di fisiopatologia, usando i METODI STESSI DELLA FISIOLOGIA (naturali), la fisiologia stessa acceda a sue intrinseche capacità di guarigione… ma questo è un argomento che richiede un certo spazio per essere compiutamente dimostrato e che scaturisce da considerazioni altre.

Per ulteriori specificazioni si rimanda a articolo successivo o, meglio, ai testi sottoscritti.

Queste considerazioni sono tratte da pubblicazioni scientifiche, a proposito di diagnosi e terapia in Ayurveda, che sono raccolte nei seguenti testi:

–      Radicali liberi – Come combatterli per prevenire l’invecchiamento e le malattie – Edizioni Tecniche Nuove – Autore Hari Sharma

–      Fisiologia della coscienza – Edizioni Tecniche Nuove – Autore Keith Wallace

————————————————————————————

Grazie per l’attenzione.

Pubblicità

Commenti disabilitati su Quando e perchè preferire un trattamento ayurvedico o di medicina naturale e quando preferire un trattamento chimico allopatico

Archiviato in ayurveda

OSSIGENO-OZONOTERAPIA

RIASSUNTO e PAROLE CHIAVE:

l’ozono è una sostanza prodotta da macchinari appositi che ha varie proprietà utilizzabili con profitto in terapia.

Le proprietà principalmente utilizzate in terapia e prive di effetti collaterali sono:

– l’effetto antinfiammatorio e antidolorifico

– l’effetto microcircolatorio

– l’effetto antinfettivo e di correzione di produzione anticorpale

– …altri…

L’ozonoterapia quindi si presta ad essere utilizzata in buona parte delle patologie caratterizzate da dolore ed infiammazione,da difetti circolatori distrettuali,da intolleranze e\o allergie,…..

Le controindicazioni riguardano pochissimi pazienti ed,una di queste è rappresentata dalle terapie anticoaugulanti in corso con dicumarolici ed eparine (sintron,coumadin,eparine).

——————————————————————————-

COSA E’ l’ossigeno-ozonoterapia:

E’ una terapia che si avvale dell’utilizzo di una miscela di ossigeno e ozono che viene usata in terapia medica grazie all’utilizzo di un macchinario che produce ozono e di strumenti adatti alle diverse somministrazioni  di ozono o O 3 che descriveremo di seguito.

COSA FA nell’organismo dal punto di vista biochimico:

L’azione biochimica dell’ozono è piuttosto complessa da riferire ma qui possiamo accennare che l’O3 ha una grande solubilità e diffusibilità nei tessuti che, prima di tutto, aumenta di molto la disponibilità di ossigeno ai tessuti stessi. Quando è posto a contatto con i liquidi biologici dell’organismo agisce formando una reazione con essi che è fugacemente ossidante lipidica (reazione assolutamente tollerabile e compensata dai “tamponi disponibili nell’organismo alle dosi di ozono comunemente usate) e poi più stabilmente antiossidante che è la reazione desiderata dal terapeuta.

(Eventualmente consultare l’abbondante documentazione scientifica specifica per ulteriori delucidazioni).

Il punto importante è che l’effetto biochimico e fisiologico dell’ozono nell’organismo non provoca reazione allergica e non produce effetti collaterali. Grazie alla combinazione fra ozono e substrati presenti in ambiente acquoso dell’organismo, si formano processi biochimici che configurano una ottimizzazione della risposta fisiologica dell’organismo stesso, che verranno più dettagliatamente descritti più avanti.

L’ozono non va inalato in quantità importanti poiché, in assenza di ambiente acquoso ove si esplica la sua azione terapeutica, anziché ottenere la desiderata attività antiossidante, induce una dannosa attività che, al contrario è ossidante sull’epitelio respiratorio, qualora vengano inalate continuativamente quantità eccessive, che comunque l’olfatto è in grado di percepire immediatamente e quindi tempestivamente.

COME SI APPLICA la terapia:

A seconda delle necessità, valutate dal medico, l’applicazione di O3 può essere eseguita a livello ambulatoriale nelle seguenti modalità di approccio medico (escludiamo in questa trattazione le tecniche chirurgiche trattate altrove):

–      tramite iniezione intramuscolare paravertebrale o sottocutanea o peritendinea

–      iniezione sottocutanea con aghi molto sottili in corrispondenza dei punti di agopuntura (per ottenere anche un effetto di riflessoterapia)

–      tramite iniezione intra articolare o periarticolare

–      tramite prelievo di sangue dallo stesso paziente, successiva “ozonizzazione”o arricchimento di ozono del sangue trasferito in recipienti appositi, successiva reinfusione del sangue del paziente per via intramuscolare nel caso della “piccola autoemoterapia con ozono” o PAET e per via endovenosa nel caso della “grande autoemoterapia con ozono” o GAET.

–      tramite insufflazione rettale con appositi cateteri

–      tramite l’utilizzo di gorgogliatori di acqua ozonizzata

–      …

–      l’iniezione intradiscale TAC guidata è effettuata in sala operatoria ed è una tecnica chirurgica quindi per questo si rimanda a trattazioni specifiche di ambito e pertinenza chirurgica.

COSA PUO’ CURARE e perché è efficace:

La metodica è consolidata da anni di esperienza clinica e dal conforto di numerose pubblicazioni scientifiche(vedi Rivista Italiana di Ozonoterapia).

I campi nei quali si utilizza l’ozonoterapia sono numerosi, vista l’efficacia del preparato nei suoi effetti che elenco:

–     antiinfiammatorio e antalgico: interagisce con i globuli bianchi producendo citochine che modulano le reazioni infiammatorie (utile quindi in quasi tutte le forme di dolore, ove non ci sia un danno organico strutturale che richieda un intervento chirurgico…). L’effetto antidolorifico e anti infiammatorio sono anche conseguenza di molti degli altri concomitanti effetti descritti di seguito.

–     microcircolatorio: favorisce quindi l’arricchimento in ossigeno ai tessuti periferici e non, affinché possano utilizzare sangue ricco in ossigeno per drenare acido lattico, tossine, rilanciare il metabolismo delle cellule… questo effetto è sinergico all’effetto eritrocitario e metabolico che vedi più avanti… questi effetti sono la base dell’effetto anti edema e antiritenzione idrica sui tessuti che esita in miglioramento del trofismo tessutale locale e migliorata capacità di eliminazione dei metaboliti infiammatori…

–     metabolico: determina, vista la capacità di rilanciare il metabolismo, un aumento della disponibilità energetica per l’organismo (aumento ATP e substrati energetici intesi come “benzina” per il lavoro della cellula…); è soprattutto per questa capacità di ottimizzazione del metabolismo e dell’effetto microcircolatorio ed eritrocitario (effetti strettamente connessi fra loro) che tende a stimolare la rigenerazione dei tessuti…

–     eritrocitario: determina nel globulo rosso un aumento della sua deformabilità-elasticità in modo tale che si adatti a passare nei minuti spazi della circolazione più periferica con vantaggio della nutrizione cellulare periferica.

–     immunoregolatore: l’ozono, interagendo con i globuli bianchi, stimola la produzione di citochine come interleuchine, TFN o tumor necrosis factor, IFN per migliorare la risposta immunitaria… (viene utilizzato per vari disturbi immunitari come intolleranze alimentari e\o allergie, insufficienze immunitarie…)

–     antiossidante: iniettato, come sopradetto in ambiente acquoso (quindi “protegge le cellule” aumentando la capacità di risposta al danno ossidante da radicali liberi ormai così comune in società…)

–     antivirale, antibatterico, antimicotico con effetto locale e sistemico a seconda del tipo di somministrazione (viene utilizzato anche su scala industriale per disinfettare piscine, ambienti di grandi dimensioni…)

Per tutte queste proprietà e per la mancanza di effetti collaterali,quando utilizzato correttamente secondo le linee guida della Federazione Italiana di Ossigeno-Ozono terapia, il suo utilizzo, nella pratica medica è indicato in:

–     ortopedia, reumatologia, traumatologia: artrosi, artriti “comuni” e in artropatie reumatoidi e\o psoriasiche, tendinite, epicondiliti, sindromi del tunnel carpale, discopatie della colonna vertebrale con lombalgia e\o cervicalgia, cervicobrachialgie, sdr.miofasciale…

in ortopedia un utilizzo molto diffuso della ozonoterapia è nella patologia osteoartrosica con o senza patologia discale da conflitto disco-radicolare ove si pratica l’iniezione paravertebrale intramuscolare.

–     angiologia: alterazioni della circolazione arteriosa (angiopatia diabetica, ulcere trofiche, difetti di perfusione periferica) venosa (difficoltato ritorno venoso ed edemi da insufficienza venosa periferica), linfatica (linfedema)

–     cefalee in generale e specie su base muscolotensiva (la rinnovata microcircolazione sui tessuti tende a diminuire la contrattura muscolare che è presente in tutte le infiammazioni…)

–     gastroenterologia: coliti (colon irritabile, morbo di Crohn, colite ulcerosa)

–     dermatologia: esiti di herpes zooster, dermatiti, eczemi, psoriasi, micosi, piaghe da decubito, gangrena diabetica

–     oculistica: maculopatia diabetica, maculopatia ischemica, maculopatia degenerativa senile

–     patologia allergica e stati di deficienza immunitaria

–     pneumologia e ORL: può essere utile in certa patologia respiratoria bronco ostruttiva e\o in età avanzata

–     astenia su base funzionale e organica

–     ginecologia: vaginiti di varia causa

–     medicina estetica : cellulite…..

CONTROINDICAZIONI all’ozonoterapia:

–      stato di gravidanza (per mancanza di studi a proposito)

–      utilizzo di anticoagulanti

–      favismo o casi di anemia importanti per il rischio di emolisi in caso di grande autoemo terapia

–      ipertiroidismo solo se non in terapia o non controllato

TOSSICITA’ ed EFFETTI COLLATERALI

L’ozono non è un farmaco e non provoca effetti collaterali come allergie o interazioni con farmaci (eccetto per il paziente “scoaugulato”con sintron o coumadin o eparine per il quale paziente non è indicato il trattamento ).

Gli effetti collaterali o per meglio dire gli effetti indesiderati, per quanto in genere l’ozonoterapia sia ben tollerata, dipendono dalla via di somministrazione, quindi, in caso di inezione, constano in eventuale dolore e bruciore nella zona di iniezione che sono di breve durata (bruciore in caso di iniezione sottocutanea e\o senso gravativi di “peso” in caso di intramuscolare); si consiglia comunque, da parte del medico una attenta valutazione della soglia del dolore di certi pazienti”particolarmente sensibili al dolore dell’ago”.

IN CASO DI “MAL DI SCHIENA” E DI DOLORE IN GENERE

La terapia con ozono, per quanto sia molto utile in questi casi, non va considerata come l’unica proposta del medico  per il paziente. In caso di cronicità e reiterazione del problema è necessario considerare varie proposte di terapia e soprattutto di prevenzione che in primo luogo riguardano una correzione posturale e una corretta, e individualmente suggerita, attività fisica che tenga conto della natura del danno e del paziente.

Qualsiasi intervento fisioterapico e posturale soprattutto dovrà tenere conto che la cosa più importante è la riduzione delle contratture muscolari locali (rispetto alla zona di dolore) e generali (come conseguenza di alterata postura), perché queste decidono in modo determinante del successo della terapia ma anche della durata del successo terapeutico. Per questo motivo si rimanda ad articoli e informazioni a proposito di posturologia e di equilibrio fra funzioni oculari, dentali, podaliche… visto che qualsiasi alterazione dell’equilibrio provoca contratture muscolari più o meno sopportabili a seconda dei soggetti e a seconda del momento esistenziale del soggetto studiato sotto un profilo psicosomatico.

Una attenzione importante, in caso di dolore, va anche rivolta alla dietologia, alle intolleranze alimentari e quindi anche all’eventuale soprappeso. Una dieta sbagliata significa, fra le altre cose avere un livello di infiammazione e quindi di dolore “biochimicamente “alto. Questo livello di infiammazione può essere di molto abbassato con una dieta corretta.

Riviste e siti di riferimento:

rivista Italiana di Ossigeno-ozonoterapia

sito della Federazione Italiana di Ozonoterapia

….altro…

Commenti disabilitati su OSSIGENO-OZONOTERAPIA

Archiviato in ozonoterapia

PRESENTAZIONE MEDICINA AYURVEDICA

Caduceo

La medicina Ayurvedica è una parte della millenaria scienza Vedica che da sempre si occupa del “significato della coscienza nella vita per il mantenimento della salute” come si può vedere dall’etimologia della parola AYURVEDA stessa :

–      Ayus significa vita

–      Veda significa coscienza

Questo antico sistema di conoscenza indiano è stato rivisitato, sostenuto e attualizzato anche in chiave moderna da Maharishi Mahesh Yogi che ha il merito di aver reso questa scienza vedica e la medicina Ayurvedica fruibili anche a livello pratico a chi modernamente si avvicina ad esse.

In sostanza, grazie all’opera di Maharishi e dei suoi collaboratori, le 40 leggi del Veda sono state, in sostanza, rappresentate in chiave scientifica con un linguaggio, di volta in volta proprio della fisica matematica, dell’architettura, della neurofisiologia medica, della dietologia…

Risulta evidente nello studio e nella pratica della medicina Ayurvedica la praticità e il buon senso degli indirizzi di cura.

Gli argomenti cardine della terapia sono improntati a consigli di osservanza di una corretta “ROUTINE QUOTIDIANA” e all’utilizzo di “FARMACI NATURALI”, che in Italia sono registrati presso il ministero della sanità come “integratori alimentari”, a garanzia della loro affidabilità.

La ROUTINE quotidiana riguarda una serie di norme e consigli a proposito di norme igieniche, alimentari e comportamentali, che, appunto nel loro semplice  buon senso, risultano essere un SOSTEGNO ALLA FISIOLOGIA dell’organismo.

In ayurveda infatti si insiste molto sul sostegno della fisiologia, nella misura in cui “ove funziona l’aspetto fisiologico non attecchisce la patologia”… questo alla fine risulta essere l’aspetto di PREVENZIONE in Ayurveda .

In questo sito verranno presentati ulteriori chiarimenti e specificazioni a proposito di “routine quotidiana”, soprattutto a proposito del suo aspetto “più nobile” che è rappresentato dalla Meditazione Trascendentale secondo Maharishi.

La routine, come vedremo, va intesa in un senso esistenziale-pratico-funzionale che nella sua efficacia diventa anche medico-preventivo-terapeutico… elencheremo tutta una serie di rilevazioni ed esami di laboratorio a sostegno di queste affermazioni che sono pubblicate da varie fonti scientifiche.

Riguardo l’utilizzo di farmaci naturali rimando all’articolo specifico di questo sito che si occupa del confronto fra la terapia allopatica chimica e la terapia naturale Ayurvedica.

Concludo dicendo che il principale obbiettivo in terapia Ayurvedica è il sostegno della fisiologia e quindi i migliori risultati si ottengono quando trattiamo le numerose malattie funzionali senza danno organico grave come possono essere :

–      patologie dell’apparato gastrointestinale, respiratorio, osteomuscolare, reno-vescicale, dermatologico

–      cefalee, artrosi, allergie e intolleranze alimentari

–      nevrosi, ansia, insonnia…

–      …..

Commenti disabilitati su PRESENTAZIONE MEDICINA AYURVEDICA

Archiviato in ayurveda

POSTUROLOGIA e RIPROGRAMMAZIONE POSTURALE

Riassunto e parole chiave:

–      la R.P. cura il dolore conseguente a disturbi di equilibrio e sensorialità

–      utilizza come presidi di terapia: a) solette per il recettore podalico, b) esercizi di ortottica per il recettore oculare, c) cure dentali per l’apparato stomatognatico, d) una corretta educazione fisica per i recettori muscolari,…

–      va considerata un “specialità trasversale” che è utile, e spesso da considerare indispensabile,  al lavoro del fisiatra, dell’ortopedico, dell’oculista, dell’odontoiatra, dell’agopuntore, del chinesiologo, dell’osteopata,… di chiunque si occupi di dolore articolare, muscoloscheletrico, vertigini, cefalea…

COSA E’ la Riprogrammazione Posturale

La R.P. è una terapia delle alterazioni della statica e della “programmazione di movimento” del corpo umano che conducono a dolore e limitazione delle capacità funzionali.

Frequentemente alla R.P. si rivolgono i pazienti affetti da dolore muscolare ed articolare nel quadro di malattia comunemente chiamato”artrosi”, ma vedremo che le indicazioni di terapia in R.P. sono molto più estese, facili da eseguire, senza particolare impegno per il paziente che deve solo attenersi a una semplice routine “per curare le anomalie del suo equilibrio e della sua sensorialità” che spesso risultano inconsce o non riconosciute, benché ne siano la causa.

La R.P. consta di una serie di trattamenti che sono volti a ripristinare il funzionamento dei recettori sensoriali del corpo, in modo tale che, conseguentemente, venga recuperato l’equilibrio nella statica e nella dinamica che era andato perduto.

In condizioni di normale fisiologia (non così frequente come si pensa) la sensorialità (“input” che è afferente al sistema nervoso centrale SNC) dovrebbe essere “integrata nel sistema nervoso” per disporre di  una sua capacità di autoadattantesi grazie ad una serie di compensi e risposte neuromuscolari (“in uscita verso la muscolatura e la periferia o output”)… Questo in pratica è il concetto di omeostasi o di equilibrio dinamico del sistema posturale e dell’organismo e non solo in posturologia ma anche in medicina olistica. Sostanzialmente significa che il sistema è o dovrebbe essere integrato nei suoi vari organi e autoregolato nella sua fisiologia.

Elenco quelle che sono le conseguenze più evidenti dell’alterazione posturale importanti per la salute del paziente e che vanno curate:

–      la alterazione del corretto tono muscolare in un suo esagerato aumento in certi distretti muscolari che portando a contratture permanenti. L’ipertono muscolare, variamente localizzato, genera dolore per compressioni nello scheletro osseo ed in varie altre strutture dell’organismo che quindi,appunto va riprogrammato per recuperare la capacità di controllo centrale sul tono muscolare.

–      Quando un muscolo è in ipertono accade che il muscolo antagonista sia spesso in ipotono conferendo problemi di debolezza e fragilità alle sollecitazioni e creando la base funzionale per eventuali asimmetrie posturali che devono attrarre la attenzione del medico.

A COSA SERVE AVERE UNA SENSORIALITA’ FUNZIONANTE e conseguentemente UNA CORRETTA POSTURA

1) La R.P. serve a mantenere la posizione eretta nel modo più economico ed efficace possibile, per non incorrere in contratture muscolari “di compenso” e così evitare dolori e stanchezza.

Le contratture sono, sia la causa del dolore (che, il più delle volte, è un dolore da compressione anche se solo certi pazienti se ne accorgono), sia un costo energetico che tende sia a produrre fatica sia a diminuire la capacità e la performance del movimento .

Questo si può evitare con il riequilibrio della statica.

2) Il concetto di postura inadeguata è un concetto assimilabile al concetto di “nevrosi” appunto perché una alterata percezione dell’ambiente circostante rispetto a me stesso, dovuta ad alterazione dei recettori (che descriveremo), tende a provocare “un rendimento ridotto e un costo di funzionamento maggiore”…

Avere un cattiva programmazione di postura e di movimento è una situazione simile a “muovere una macchina che abbia ancora il freno a mano inserito”, perché non si riesce a disinserirlo per problemi soprattutto neurologici sensitivo-motori che si realizzano in contratture inopportune e lesive.

3) E’ per queste ragioni che, come vedremo più avanti,  è la sensorialità che decide della qualità della motricità, per cui, in posturologia si dice che “un corpo ben identificato è un corpo ben inserito nello spazio”. Questo è un concetto sovrapponibile agli studi di psicologia medica, ed assolutamente pratico.

Una buona statica e una buona dinamica ci consentono di :

– mantenere la posizione eretta contro la gravità

– opporci alle forze esterne

– posizionarci nello spazio e nel tempo soprattutto in funzione di una sensorialità fisica in gran parte inconscia ma importantissima per l’equilibrio della fisiologia.

COSA CURA LA RIPROGRAMMAZIONE POSTURALE

– dolori del rachide: cervicali, dorsali, lombari, sacrali

– dolori cervico brachiali

– lombosciatalgie

– dolori a “componente statica”: anca, ginocchio, piedi, ernie discali

– dolore e astenia muscolare, crampi muscoari, tendinite

– cefalee, vertigini

– artriti temporomandibolari

COSA SONO I RECETTORI SENSORIALI che condizionano la postura nel loro funzionamento

I recettori sono organi distribuiti in tutto il corpo e che inviano incessantemente informazioni al nostro sistema centrale a proposito della nostra posizione nello spazio da fermi e in movimento:

– la buona integrazione a livello di sistema nervoso centrale di questa enorme massa di dati consente una buona salute e una buona coordinazione di movimento

– la mancata integrazione a livello centrale o la inadeguata percezione a livello di recettore (sensore) di una certa quantità di dati sulla “identificazione dello stato o della dinamica corporea” provoca, prima o poi, una cattiva salute e per questo va corretta.

I recettori che maggiormente interessano la Posturologia sono i recettori di movimento e\o di pressione presenti nei seguenti organi :

– recettori dell’apparato muscolare e tendineo con i cosiddetti fusi neuromuscolari che, presenti nel muscolo, sono strutture nervose inserite all’interno del muscolo.

Queste strutture nervose all’interno del muscolo sono atte a valutare la qualità e la quantità di movimento e a “trasmettere i dati nel microsecondo” al sistema nervoso centrale, nello scopo di  ottenere una risposta di adattamento intelligente dal SNC in uscita, che viene considerata “coscienza di postura”. Questa risposta in uscita del sistema nervoso è quella che consente di avere un tono muscolare adeguato alle circostanti necessità dell’ambiente rispetto: statica, dinamica, temperatura ambientale, sforzi eseguiti, tono dell’umore (paura, tristezza, felicità, rabbia….), sconnessione del terreno,…

Questo fa dell’apparato muscolare un organo sensorio prima che motorio, che, per funzionare ha bisogno di

a) un adeguato tono muscolare (né troppo rigido in certe zone, né troppo flaccido per compenso, in genere nelle zone opposte alle ipertonicità)

b) una adeguata microcircolazione che gli consenta di avere a disposizione “benzina” per funzionare (apporto ossigeno, substrati che provengono dalla assimilazione degli alimenti…). In genere l’ipertono oltre a produrre dolore riduce anche la microcircolazione e l’apporto di ossigeno e di substrati al muscolo dolente, visto che la contrattura espelle dal muscolo il sangue rendendo il muscolo via via sempre meno efficace nel suo lavoro, fino alla fibrosi.

– recettori dell’apparato oculare (movimenti oculari e vista).

– recettori dell’apparato podalico (recettori tendinei, muscolari, cutanei dei piedi).

– recettori dell’apparato dentale e masticatore.

– recettori cutanei in generale (importanza di certe cicatrici nella destabilizzazione dei controlli posturali).

– recettori dell’apparato ORL (sono determinanti soprattutto in caso di movimento…).

– … ci sono molti altri recettori periferici…

– ci sono poi i  recettori “CENTRALI” posti nel sistema nervoso centrale che devono

a) “ricevere in entrata “ tutte le informazioni

b) provvedere ad integrare l’attività di tutti i recettori precedenti

c) “rimandare in uscita” una INFORMAZIONE RISULTANTE di capacità statica o di capacità di movimento che sia compatibile alla nostra individuale corporeità memorizzata (“rispetto cioè a quello che ti ha dato madre natura”).

In questa trattazione risulta impossibile dare una spiegazione esaustiva degli intimi meccanismi di funzionamento per motivi di spazio, ma scopo di questa trattazione di dare una spiegazione pratica del lavoro del medico; per chi volesse entrare più dettagliatamente nella trattazione si rimanda ai testi di neurologia e di fisiologia che parlano di :

–     riflesso neuromuscolare miotattico e riflesso miotattico inverso rispetto il lavoro muscolare e il “tono muscolare di base.”

–     sistemi di integrazione cerebrale e periferici delle stimolazioni e del dolore

–     riflessi neurologici segmentari (da pelle e muscoli al midollo spinale) e riflessi-comunicazioni neurologiche soprasegmentarie (da stazioni neurologiche spinali a centri superiori cerebrali inconscia e conscia programmazione del movimento).

QUANDO SI FA E COME SI FA LA DIAGNOSI DI ALTERAZIONE POSTURALE

Visto che ci sono riferimenti oggettivi per il medico per definire una postura “tipo” da una postura “altra”, è possibile, visitando il paziente, capire se sia il caso di intervenire.

Per capire se sia il caso di trattare il paziente si deve valutare il significato del sistema di correlazione fra ciò che il paziente riferisce come anomalo e ciò che il medico vede nella visita posturologica rispetto la conoscenza della anatomia (come sei fatto) della fisiologia medica (come funzioni o dovresti funzionare) e della fisiopatologia medica (come hai modificato il funzionamento “di base” per tirare avanti dopo eventuali danni ricevuti e recepiti a livello per lo più inconscio che vanno individuati come primum movens cioè come CAUSA DI MALATTIA)

Va subito sottolineato che NON è vero che il medico debba ripristinare una “postura tipo” ma è vero INVECE che il medico debba capire ed interpretare le anomalie posturali come conseguenza di perdita della capacità di programmazione di movimento. Si tratta, in altre parole di capire DOVE il sistema posturale intelligente del paziente abbia perso la percezione e quindi il controllo, rispetto a una SUA capacità sensitivo-motoria in statica e in dinamica. Il posturologo non ha il compito di “fare una postura esteticamente perfetta ma ha il compito di ripristinare l’intelligenza motoria propria del paziente.

Per evitare complicazioni della spiegazione passo alla spiegazione pratica.

Il paziente che si presenta davanti al medico lamentando dolore e\o una sindrome vertiginosa e\o affaticamento o scarsa performance e\o cefalea… va visitato prima di tutto nella posizione statica eretta rispetto a criteri “oggettivi forniti dalla posturologia come ideali” ma che non sono, come già detto da riproporre forzatamente.

I criteri sono i seguenti:

Sul piano sagittale:

–     linea verticale dalla nuca al piano delle scapole, al piano gluteo dovrebbero essere allineati; questo può essere valutato con un filo a piombo.

–     La distanza dal filo a piombo a C2 (2° vertebra cervicale) dovrebbe essere a 6 a 8 cm.

–     La distanza da filo a piombo a L3 (3°vertebra lombare) dovrebbe essere di 4-6 cm circa

–     ….altri criteri….

Sul piano frontale:

–     le linee bipupillari, bitragalica (orecchio), bimammillare (capezzoli), bistiloidea(polsi), biscapolare, la cintura pelvica, devono essere orizzontali e parallele, altrimenti si parla di “bascule” che alterano il funzionamento della fisiologia, pur, ripeto interpretando i dati con elasticità. Per esempio la dominanza destrimane o mancina determinerà una componente di squilibrio che comunque andrà considerata normale e non da trattare.

–     I piedi devono appoggiare in modo più simmetrico possibile e questo è un dato molto importante.

A proposito di interpretazione da parte del medico, di cui si diceva sopra, importante capire se eventuali  alterazioni di appoggio podalico costituiscano la causa della malattia (quindi in pratica “ curati i piedi curato tutto”…), oppure se l’alterato appoggio podalico sia una conseguenza del danno che si trova in altri distretti che va curato, appunto in questi distretti diversi dal piede per fare una terapia sulle CAUSE di malattia… altrimenti si fa solo una terapia dei sintomi di malattia, ma le cause restano.

Elenco brevemente quelli che sono le varie localizzazioni di danno del sistema posturale che possono manifestarsi con conseguenze a distanza in altri organi.

Queste anomalie vanno sistematicamente ricercate durante la visita posturologica perché possono essere la causa di malattia:

a) la alterata motilità oculare con “blocco memorizzato neurologicamente nel sistema nervoso centrale” (necessario curare per quanto possibile la motilità oculare)

b) una cicatrice cutanea ipersensibile con “blocco neurologico metamerico o sovrametamerico” (necessario curare cicatrice)

c) alterata sensibilità sensitivo-motoria dell’apparato dentale e\o buccale (necessarie cure dentali per infezioni o byte per eventuali mal occlusioni dentali, che spesso risolvono drammaticamente la patologia “artrosica”)

d) bruxismo notturno dovuto a scompenso ansioso o depressivo (necessarie cure per ansia o depressione spesso in inconsce ed eventualmente con utilizzo contemporaneo di byte notturno che spesso risolve o riduce la sensibilità dolosa)

e) Blocco della prima costa per contrattura muscolare… altro…

Sul piano orizzontale

Le spalle dovrebbero essere allineate come le due spine iliache del bacino in modo che non vi sia nessuna rotazione tra la cintura pelvica e quella scapolare, altrimenti si parla di rotazione anteriore dx o sn  pelvica o scapolare che configurando squilibrio posturale possono essere causa di vario dolore soprattutto alla schiena.

Alla analisi della statica suddetta possono essere aggiunte analisi strumentali della statica stessa e\o del passo.

Oggettivamente, solo il 10-15% della popolazione risponde a detti requisiti, ma non significa che l’85-90% della popolazione sia malata, perché i dati vanno interpretati in funzione di anamnesi e visita.

Per quanto riguarda gli atleti e coloro che sono sottoposti a necessità di performance o a stress particolari è ovvio che la riprogrammazione posturale sia più spesso indicata in ragione delle particolari richieste del sistema, anche in funzione di prevenzione. Lo stesso vale nella popolazione anziana per ovvi motivi (prevenzione delle cadute dell’anziano).

COME SI FA LA TERAPIA

Va premesso che, nella misura in cui la posturologia coinvolge le competenze di più specialisti, nei casi dovuti è necessaria la consulenza specialistica per trattare i recettori anomali.

I presidi di terapia possono essere molti; qui espongo quelli da considerare come principali.

Il concetto di base in terapia è che gli organi o recettori periferici (occhio, piede, bocca, denti, pelle, muscoli…) sono un sistema integrato e rappresentato a livello di sistema nervoso centrale.

La correzione del RECETTORE CAUSATIVO ( che sia occhio, piede, denti…) è la più importante e va ricercata sistematicamente in presenza di sintomi.

Contemporaneamente è intelligente correggere anche gli altri recettori eventualmente diagnosticati come alterati CHE HANNO DOVUTO ADATTARSI ALLO SCOMPENSO CON UN “IPERLAVORO VICARIO di altre deficenze di altri organi” e\o che HANNO COMUNQUE RICEVUTO UN DANNO FINO ALLA DEFORMAZIONE per cattiva espressione di movimento.

Tutto ciò proprio perché ,in questo modo si favorisce la re-programmazione autogena del sistema a partire dalla re-integrazione delle funzioni che tornano a comunicare.

Vanno ovviamente valutate tutte quelle numerose situazioni nelle quali i vari recettori possono essere considerati non solo causativi e non solo adattativi ma “misti”.

PER QUANTO RIGUARDA IL RECETTORE PODALICO

Il piede va valutato nella sua anatomofisiologia e nel suo appoggio plantare dal punto di vista clinico (visita ed esame obbiettivo) e grazie a fotopodografi e\o pedane stabilometriche che possono dirci molto a proposito della “qualità della stazione eretta del soggetto”.

In caso di presenza di piede “valgo”o “varo” o “piatto” o “a doppia componente”… l’utilizzo di solette “galvaniche” di vario tipo a seconda del danno posturale diagnosticato, è indicato, nella misura in cui questo tipo di solette, grazie a un campo elettrogalvanico che si ricarica in maniera continua, agisce per via riflessa sull’equilibrio e sul tono muscolare. In pratica la placca polarizzata inserita nelle solette porta ai recettori podalici (muscoli, tendini, pelle, articolazioni..) una opportuna stimolazione che consentirà un loro “reintegro funzionale” nelle catene posturali  fino ai centri cerebrali superiori. Questo reinserimento funzionale nel sistema attiverà per via riflessa una correzione nello schema corporeo cerebrale.

Da quanto detto in altri paragrafi, a proposito del piede si capisce che come ENDORECETTORE rileva quanto succede all’interno del corpo, prendendo anche “decisioni di adattamento posturale “ a scopo compensatorio ricevendo da occhio, da cervello, da….altre stazioni. Come ESORECETTORE analizza e veicola al SNCi dati di pressione e movimento (attriti, impatti…)dei quali si deve tener conto per l’equilibrio.

PER QUANTO RIGUARDA IL RECETTORE OCULARE

E’ difficile riassumere in breve quanto riguarda la visita dell’apparato oculare perché l’argomento è complesso.

Un concetto importante in posturologia è che vanno ricercati eventuali difetti di convergenza oculare e, quando presenti, vanno trattati con la ginnastica ortottica quando non controindicata.

Il recettore oculare non è solo un organo che ci consente di vedere ma è anche un organo inserito in circuiti neuromuscolari soprattutto del capo e del corpo che ci consente di posizionarci nello spazio in modo ottimale (senza rigidità e con capacità di equilibrio…). L’equilibrio che siamo in grado di mantenere a occhi aperti non è lo stesso che abbiamo ad occhi chiusi, grazie appunto all’attività dell’apparato oculare (fusi neuromuscolari, propriocettori…) inserito nel sistema nervoso, per l’ottimizzazione di statica e dinamica :questo può essere valutato dalla visita posturologica e misurato dalle pedane stabilometriche, traendo opportune conclusioni diagnostiche.

L’occhio come il piede è sia un endorecettore (recettore del mio interno), che un esorecettore (recettore di ciò che incontro all’esterno). I disturbi di rifrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo) sono i danni dell’aspetto di esteroricezione dell’occhio che destabilizzano la postura, ma che di solito vengono adeguatamente trattati e seguiti. I disturbi di convergenza e le eteroforie oculari modificano la propriocezione muscolare (muscoli dell’occhio e movimenti dell’occhio… endorecettore…), e non sono di solito sufficientemente riconosciuti in società e, per questo sono spesso causa di anomalie posturali non riconosciuti.

PER QUANTO RIGUARDA LE CICATRICI CUTANEE

Le cicatrici “ipersensibili” sono foci che contribuiscono a deprogrammare il sistema per influenze segmentarie (dalla pelle al midollo spinale) del sistema nervoso che possono diventare perturbanti anche a livello soprasegmentario, cioè interessare anche la fisiologia dei centri nervosi centrali. Per questo motivo si provvede a “desensibilizzarle” con varie metodiche.

PER QUANTO RIGUARDA L’APPARATO DENTALE

I motivi per i quali l’apparato stomatognatico prende parte all’aggiustamento posturale sono i seguenti:

– è il punto di unione tra le catene muscolari anteriori (alle quali appartengono anche lingua e mandibola) e posteriori (alle quali appartengono osso mascellare e cranio)

– i nuclei nervosi del nervo trigemino, che è un nervo sensitivo motore di queste stazioni stomatognatiche, sono distribuiti in tutto il tronco cerebrale e, essendo interconnessi con le altre vie nervose (oculari…) modulano le risposte nervose per l’equilibrio… Serviere afferma che l’apparato stomatognatico influenza l’appoggio podalico… Toubol e coll. affermano che l’appoggio podalico influenza l’apparato masticatore… Mayer e Baron affermano che l’apparato masticatore influenza l’occhio…

Nell’aspetto pratico è importante curare :

–     per quanto possibile le malocclusioni

–     i foci infettivi dentari

–     il bruxismo o “masticamento” da stress che di notte diventa un problema posturale importante perché il paziente, dormendo, non si accorgere di stringere i denti e di contrarre buona parte della muscolatura della schiena con conseguente alterazione posturale.

–     …

–     va riferito che un certo numero di artriti temporomandibolari è curabile con la riprogrammazione posturale di recettori come piede e occhio.

PER QUANTO RIGUARDA I RECETTORI MUSCOLARI E ARTICOLARI

A questo proposito sarebbe necessario aprire un importantissimo capitolo legato alla riprogrammazione posturale congiuntamente alla “educazione fisica e alla ginnastica correttiva” e\o alla fisiokinesiterapia perché le metodiche sono strettamente interconnesse per i seguenti motivi già accennati:

– i muscoli devono essere in grado di contrarsi producendo “forza” ma devono essere altrettanto in grado di allungarsi, e per ottenere questo sono allenabili ed educabili (stretching posturale, yoga, tai chi, pilates, panca fit metodo Raggi…)

– quanto più la muscolatura è educata tanto più esalta la sua capacità di propriocezione sensoria

– più che di muscoli isolati nel loro aspetto anatomico si deve parlare di catene posturali muscolari che interdipendono e collaborano all’espressione di funzione statico motoria.

PER QUANTO RIGUARDA L’ORECCHIO INTERNO

Secondo il prof. Bricot l’orecchio interno è un recettore che diventa importante per l’equilibrio e per il tono muscolare soprattutto come accelerometro in fase dinamica per coordinare la posizione della testa e degli occhi. Quando sede di danno va ovviamente trattato.

PER QUANTO RIGUARDA I RECETTORI CENTRALI

Sono i recettori del Sistema Nervoso Centrale o SNC fra i quali nomino i più importanti:

– gangli della base per i meccanismi che gestiscono il tono muscolare…

– cervelletto come centro elaboratore di dati propriocettivi per la coordinazione dei movimenti e per l’anticipazione dei movimenti per l’accomodamento dei movimenti rapidi…

– nuclei del tronco encefalico

– sistema reticolare che è un sistema di neuroni utile a facilitare e\o a inibire movimenti per la coordinazione…

… fino alla corteccia cerebrale per gli schemi motori coscenti.

Queste stazioni devono ovviamente essere integre per poter parlare di correzioni posturali: qui non si affrontano le problematiche dei danni ischemici e\o circolatori del SNC, dando così per scontato il loro funzionamento.

CONCETTO DI SOMMAZIONE DI DANNO RECETTORIALE

Quando un soggetto è affetto da un solo danno recettoriale (o occhio, o bocca, o piede…), l’intelligenza dell’organismo in genere riesce a porre correttivi a tale disfunzione, senza che compaiano sintomi di dolore almeno in assenza di elevate esigenze di performance. In casi di unico danno recettoriale l’organismo in genere riesce a “scaricare a valle fino al piede” le conseguenze del danno, ma visto che il piede è l’unico recettore che non può scaricare ulteriormente a valle, conseguentemente si deve ADATTARE ALLA DISFUNZIONE in vario modo, spesso deformandosi o irrigidendosi.

Quando la disfunzione riguarda due o più recettori il dolore tende a comparire anche a riposo, benché saltuariamente, con vari livelli di calo di performance.

Il danno posturale complessivo e il conseguente dolore non è, in genere proporzionale all’entità della disfunzione di un singolo recettore (che per altro la fisiologia tende ad escludere dalle complessive informazioni ricevute dalla periferia, per “convenienza e opportunità di rendimento”…), ma è invece tanto più grave anche in termini di dolore riferito, quanto più asimmetriche e numerose siano le afferenze informative recettoriali che devono essere integrate a livello centrale (un piede molto diverso dall’altro, un occhio con diversa motilità rispetto all’altro,…).

CONCETTO DI INTERDIPENDENZA RECETTORIALE E COMPENSAZIONE RECIPROCA DI DANNO

Il compenso reciproco per evitare dolore e mantenere l’efficacia di movimento può essere fra:

–     occhio piede (un piede deformandosi nell’appoggio compensa un difetto di convergenza dell’occhio fino a che ce la fa…)

–     occhio denti (uno compensa l’altro…)

–     denti piede (problemi dentali condizionano il piede…)

–     piede su tutti gli altri (in genere il piede si adatta alle induzioni di tutti gli altri recettori… si parla di piede adattativo, che però prima o poi, in mancanza di correzioni al sistema, diventa un piede fissato, nel senso che le modificazioni del piede diventano irreversibili).

CONCETTO DI FISSITA’ RECETTORIALE

Come sopra accennato, spesso accade che per disfunzioni continuative un recettore (piede, occhio, …) si fissi nella sua modificazione anatomo funzionale e sia molto difficile se non impossibile riportarlo alla norma. Vale comunque la pena di trattarlo per ottimizzare per quanto possibile l’economia globale della postura.

Resta evidente in clinica che diverse costituzioni genetiche di soggetti si possono adattare con diverso successo alla asimmetria di afferenza recettoriale. Adattarsi significa gestire una anomalia recettoriale con successo “distribuendola” alla rimanente parte di sistema funzionante con elasticità: un “rigido” tende a manifestare sintomi precocemente, un “lasso” con maggior capacità di compensazione.

Ecco perché l’approccio solistico in posturologia è l’unico possibile: il corpo è un tutto organico.

Commenti disabilitati su POSTUROLOGIA e RIPROGRAMMAZIONE POSTURALE

Archiviato in riprogrammazioneposturale